Eppure c'è del buono in te, un quid che ti fa sorvolare sull'atmosfera di disfacimento che percepisci appena metti il piedi nell'atrio e sei investito dallo speziato bouquet di umido e muffa. Lo ammetto: le foto su cui avevo basato la mia scelta mi avevano ingannato come i selfie della mia amica Gina. A sessant'anni continua a "filtrarsi" su Instagram come si fa con la cenere setacciata dalla garza dopo averci bollito il mosto. Ma a forza di stirare le rughe, allargare gli occhi, rimpicciolire il doppio mento e utilizzare ogni diavoleria tecnica che la faccia sembrare ancora piacente, il risultato è di un'evidente e plasticacea artificiosità. Le tre chiavi che ti daranno accesso alla magione situata alla sommità di una scala accentuano l'insondabilità di alcuni interrogativi che affollano la mente quando accedi alla dimora. D'accordo, c'è un bagno, ma quanto potrà costare non dico intonacarlo (che mio cugino te lo farebbe con trenta euro), ma la persona che paghi per pulirtelo potrebbe fare caso a qualche pelo superfluo tra lavandino e pavimento. E la carta da parati pallida come il volto di Vlad III di Valacchia e che fa tanto "passaggio dalla nonna di cui ti ricordi quando ti servono i cinquanta euro che ti smolla quando ti ricordi di andarla a trovare"? Viene per tutti, prima o poi, il momento in cui ci si impone di svecchiare tutto il guardaroba. Apprezzo però lo sforzo delle crostatine di conforto dal retrogusto antico. Mi hanno intenerito perché mi hanno ricordato le merende da zia Silvana; lei, eterna zitella per scelta (degli altri) non ti faceva mai mancare, assieme alle carezze, uno scappellotto appena osavi frugare nel settimanile della sua stanza da letto dove mi nascondevo con mio fratello per gioco. Eppure... nonostante tutto... a prescindere (direbbe Totò), c'è una bellezza nascosta qui dentro, la magia di un'esperienza imprevedibile, qualcosa che ti farà dire: "non potrò mai dimenticarti". Devi avere fede e credere che si avvererà ancora l'incanto di una montaliana occasione. E io, pascalianamente, voglio credere che ti rivelerai ancora, a rinnovare il miracolo della tua essenza segreta. Troppo segreta e romantica, come la soffitta di Mimì nella "Bohème".
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